Melanoma cutaneo e Fattori di rischio
Il melanoma è un tumore cutaneo maligno, derivato dalla trasformazione neoplastica di particolari cellule chiamate melanociti.
I melanociti, situati a livello epidermico, sono in parte i responsabili della pigmentazione cutanea, grazie alla biosintesi della melanina.
L’aumentata produzione di melanina in risposta alle radiazioni ultraviolette, rappresenta una fisiologica risposta protettiva cutanea, nei confronti delle mutazioni che il sole potrebbe indurre a livello delle cellule cutanee.
In Italia si registrano in media circa 13-14 casi di melanoma ogni 100.000 abitanti. Se consideriamo i dati di sopravvivenza, essa risulta pari al 90% circa per i melanomi “sottili”, mentre scende al 50% nel caso di coinvolgimento linfonodale loco-regionale, fino ad arrivare al 10% nel caso di disseminazione metastatica (stadio IV)
Numerosi studi condotti a riguardo, hanno messo in luce il fatto che all’insorgenza del melanoma cutaneo, concorrono diversi fattori. Ai fattori endogeni, strettamente legati all’individuo e al suo patrimonio genetico, si associano i fattori esogeni, di carattere prettamente ambientale e altamente modulabili sulla base dello stile di vita del soggetto.
Vediamo quindi quali sono quindi i maggiori rischi nell’insorgenza di questa neoplasia cutanea.
- Radiazioni ultraviolette UVB e UVA rappresentano uno dei principali fattori di rischio ambientali. I raggi UVA sono la componente predominante dei raggi UV solari e costituiscono il 95% dei raggi UV che raggiungono la superficie terrestre. Nonostante l’energia sia bassa, penetrano nella cute in profondità; inducono l’abbronzatura velocemente, provocano un invecchiamento cutaneo e generano un’ampia gamma di reattivi dell’ossigeno che danneggiano il DNA (radicali liberi). I raggi UVB invece sono il 5% dei raggi che raggiungono la superficie terrestre e inducono infiammazione, apoptosi cellulare, immunosoppressione, mutagenesi e cancerogenesi. Nello specifico, i raggi UV sembrano indurre mutazioni a carico di particolari geni che codificano per specifiche proteine che difendono dallo sviluppo del melanoma. Da tali dati si evince che eventi dannosi a carico della cute, quali le ustioni solari derivanti dall’esposizione incontrollata ai raggi UV, rappresentano un primario e fondamentale fattore di rischio, soprattutto se avvengono in età infantile.
- Lampade artificiali abbronzanti. Il rischio aumenta in maniera direttamente proporzionale al numero di anni di esposizione, ore totali e numero di sedute, soprattutto nelle fasce di età più giovani al di sotto dei 35 anni. I raggi ultravioletti e la loro emissione da parte di lampade artificiali sono stati classificati come agenti carcinogenetici e in Italia è stata emessa una legge che proibisce l’utilizzo di lampade artificiali da parte dei minorenni, donne in gravidanza, persone con storia attuale e pregressa di tumori cutanei e soggetti che incorrono frequentemente in ustioni solari dopo l’esposizione solare (fototipi chiari), inoltre sconsiglia l’esposizione a soggetti con un elevato numero di nevi (>25), che tendono a produrre lentiggini, con una storia personale di frequenti ustioni solari in eta’ infantile/adolescenza e che assumono farmaci fotosensibilizzanti.
- Terapie immunosoppressive. Tra i fattori esogeni riveste un ruolo importante anche lo stato immunologico del paziente, infatti I soggetti sottoposti a trapianti d’organo che effettuano tali terapie per lungo tempo per prevenire il rigetto sembrano avere un rischio aumentato di sviluppo del melanoma e di neoplasie cutanee con prognosi peggiore.